giovedì 27 febbraio 2014

L'emigrazione Italiana, un fenomeno in crescita non colto dalle statistiche nazionali

Il numero di Italiani che si trasferiscono all'estero e' in rapida crescita ed e' largamente sotto-stimato dalle statistiche ufficiali. Il numero ufficiale di Italiani che si sono ufficialmente trasferiti nel Regno Unito nel 2013 e' di circa 16 mila persone. Pochi pero' si registrano all'AIRE- il registro degli Italiani che vivono all'estero- per disinformazione o piu' frequentemente per non perdere importanti servizi e diritti in Italia (incluso i servizi sanitari). 

Ma gli Italiani che si trasferiscono all'estero non sono invisibili alle statistiche. Risultano infatti tra coloro che richiedono il numero di assicurazione nazionale necessario per lavorare nel Regno Unito. 
Secondo le statistiche Inglesi, il numero di Italiani registrati nel 2013 era di oltre 44 mila persone, il terzo gruppo dopo Polacchi e Spagnoli. 


Indipendentemente dalla fonte statistica, il numero di Italiani che si trasferiscono all'estero e' in rapida crescita. Il numero di registrazioni inglesi nel 2013 era il 66% piu' alto che nell'anno precedente, l'aumento piu' rapido tra tutte le maggiori nazionalita' che entrano in Inghilterra.

L'emigrazione Italiana e' principalmente composta da giovani. Oltre l'80% dei registrati in UK lo scorso anno aveva sotto i 34 anni. Ben 42% aveva tra i 18 e i 24 anni, percentuale in crescita da circa il 30% nel periodo prima della crisi nel 2008.

La perdita di giovani- spesso laureati- e' un dramma per un paese come l'Italia dove la proporzione degli ultra 65enni e' la terza piu' alta al mondo dopo il Giappone e la Germania e dove la proporzione dei laureati e' la seconda piu' bassa tra i paesi dell'OECD dopo la Turchia.

martedì 18 febbraio 2014

L'Italia ha perso 220 mila piccole e medie imprese dal 2008

L'Italia ha perso 220 mila piccole e medie imprese dal 2008 al 2012, il numero delle piccole e medie imprese in Europa e' rimasto stabile, mentre in Germania il numero e' aumentato di 281 mila unita'.


Fonte originale: http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/facts-figures-analysis/performance-review/

La gran parte delle piccole e medie aziende sono state perse nel settore delle costruzioni, delle manifatture e nelle attivita' scientifiche e professionali.

Questo si traduce in una perdita di posti di lavoro nelle piccole e medie imprese Italiane che non trova corrispettivo nell'Eunione Europea nel suo insieme.

Le piccole e medie imprese Italiane, assieme a quelle spagnole, subiscono le difficolta' di accesso al credito, con tassi alti e richieste di crediti non rifiutati.

Il primo grafico mostra la proporzione di applicazioni di crediti bancari che sono state rifiutate (barra rossa), accettate solo in parte (barra arancione scuro) accettate ma non prese perche' troppo onerose (arancione chiaro). Le piccole e medie imprese Italiane e Spagnole mostrano la piu' alta proporzione di applicazioni con esito negativo.

Il secondo grafico mostra i tassi per i crediti alle piccole e medie imprese (non del settore finanziario). L'Italia e la Spagna mostrano i tassi piu' alti.

Il terzo grafico mostra il numero di piccole e medie imprese in vari paesi- l'Italia ha il numero piu' alto- ma condivide con la Spagna una drastica riduzione dal 2008.


martedì 11 febbraio 2014

Gli insegnanti Italiani sono i piu' vecchi di tutti i paesi industrializzati

Percentuale degli insegnanti sella scuola secondaria per fascia di eta' (2011).
Fonte: OECD Education at a Glance

venerdì 7 febbraio 2014

La proporzione delle persone materialmente deprivate in Italia e' doppia rispetto a quella dei paesi dell'euro ed e' in rapida crescita

La proporzione delle persone materialmente deprivate in Italia supera il 14% della popolazione, marcando un rapido incremento rispetto al 7% nel 2010. La percentuale di persone deprivate e' doppia rispetto a quella della media dei paesi dell'Euro ed e' tre volte superiore a quella di Spagna, Francia e Germania.
Fonte: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/3-05122013-AP/EN/3-05122013-AP-EN.PDF

Dati storici: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/refreshTableAction.do?tab=table&plugin=1&pcode=t2020_53&language=en